domenica 9 maggio 2010
Fisco, controlli e “bizzarrie”: un contribuente con 5 Ferrari dichiara 500 euro di reddito
La fantasia degli italiani è tanta, ma quando si tratta di fisco a volte riesce persino a superare sé stessa. Lo dimostrano i risultati dei controlli dell’Agenzia delle Entrate in Emilia-Romagna che parlano di ben 627 milioni di euro incassati dall’erario. Controlli che hanno portato a scoprire alcune ‘bizzarrie’, come un contribuente con reddito da 500 euro all’anno e cinque Ferrari in garage, e un artigiano reggiano che aveva chiesto credito in banca esibendo una fattura ”abnorme”, come la definiscono nell’Agenzia, per lavori eseguiti da 2.353 milioni di euro.
Fattura palesemente falsa per operazioni inesistenti che ha però fatto insospettire la banca, con successiva segnalazione agli inquirenti, e di riflesso alle Entrate, anche se l’indagine penale in corso avrebbe ipotizzato che non si tratta di denaro nascosto al fisco ma più probabilmente di un’operazione fittizia per ottenere una linea di credito dall’istituto bancario. Per quanto riguarda la lotta agli evasori, in Emilia-Romagna nel 2009 ha segnato un incremento del 22% del riscosso complessivo (627 milioni contro 513), ma spicca soprattutto il dato già incassato frutto di accertamenti su imposte dirette, Iva o Irap: 386 milioni, il 50% in più rispetto all’anno prima, a fronte di un aumento solo del 20% degli accertamenti (+9.334). Segno, per il direttore Antonino Gentile, ”di una migliore qualita’ dei controlli”. La fetta maggiore di quanto si è incassato da accertamento, 85 milioni, arriva da Bologna (+49%). Ma l’aumento più forte (+85%) è a Modena, passata da 40 a 74 milioni.
C’è da dire però che nel capoluogo si sono concentrati un quinto dei controlli, ben 11.575. La maggiore imposta accertata, cioè il denaro che in qualche modo si era cercato di nascondere al fisco e che gli 007 hanno individuato, al netto della ’super fattura’, ammonta a 1,472 miliardi. Gli accertamenti complessivi sono stati 55.516, su 211 grandi imprese, 974 aziende di medie dimensioni, 18.392 professionisti e piccole imprese, 35.939 persone fisiche. Sono da considerare però anche i 701 interventi esterni che hanno rilevato una maggiore imposta di 47 milioni per Iva, recuperi per 353 milioni di imposte dirette e 352 milioni di Irap. Salgono i numeri degli accertamenti definiti per adesione (quelli cioè in cui il contribuente preferisce un accordo senza contenzioso): i controlli restano quasi invariati (circa 21.000), ma la maggiore imposta definita cresce ben del 70%, e passa da 100 a 170 milioni di euro.
Il ‘redditometro’ è stato utilizzato in 2.300 controlli (+155%). La incongruenza tra reddito dichiarato e stile di vita ha fatto venire a galla 32 milioni (+118%); di questi 875 casi hanno portato ad una definizione del contenzioso, con la maggiore imposta definita che cresce del 312% (6,8 milioni). Anche 5.000 piccole imprese i cui redditi non erano congrui agli studi di settore sono state controllate, in media è stata accertata ‘maggiore imposta’ per oltre 9.000 euro (+40%).
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